Suonare per altri, sia una sola persona o uno stadio completo, è quello che generalmente
chiamo la parte “missionaria” del mestiere del chitarrista.
Tante cose sono state dette e scritte sull’esecuzione della musica in pubblico
(attacchi di panico, timore del palcoscenico, mani fredde o incriccate, ecc.), e ne
ho lette molte con la speranza di trovare qualcosa tipo......“per
eliminare quella sensazione di vuoto che sentite nel vostro stomaco,
dovete fare quanto segue: ......”,. Credimi, non si trovano queste
dritte da nessuna parte. L'aver suonato per molti anni, praticato
costantemente e completato gli studi universitari con massimi voti, non
sono in assoluto indicatori nè garanzia che il chitarrista sia pronto
per fare concerti. Esibirsi in concerto è una speciale vocazione
all'interno della vocazione. Non è imprescindibile suonare perfettamente
nè avere il fegato. Il tutto va esaminato sotto una luce diversa.
Incomincia domandandoti: perchè voglio esibirmi in concerto? Se la risposta è una qualsiasi delle
seguenti: 1- “Ho suonato per molti anni ed è ora che altre
persone vedano di cosa sono capace ...”; 2- “Credo che la gente debba
sapere che le mie interpretazioni sono semplicemente migliori di quelle
di X e Y”; 3- “Ho bisogno di sentire l’energia scorrere
tra me e il pubblico”; 4- “Ho vinto tutti i più importanti
concorsi e ora merito di suonare per un vero pubblico....”;
5- “Credo che in un mondo schifosamente materialistico quale il nostro la musica
avvicina la gente al loro spirito”......allora: ricorda che la
maggioranza di coloro che hanno studiato indefessamente non sono
conosciuti da qualcuno, ma, nel migliore dei casi, vengono scoperti: ciò
che tu pensi del tuo modo di suonare è solo questo: “ciò che
tu pensi”; sappi anche che non c’è un flusso di energia nei
concerti, bensì molta fatica e molte persone che aspettano pazientemente
il momento in cui finalmente suonerai “Recuerdos”. I concorsi ti
danno, oltre che un presuntuoso ego, un enorme e brutto repertorio e,
considerando che il panorama musicale odierno è
prostituito oltre l'indicibile, le suddette persone pazienti saranno quasi certamente
deluse da sciocchi virtuosismi.
Fare musica non è acrobazie di dita nè in quanto poco tempo si suona
un pezzo. Son d’accordo con chi dice che sfortunatamente esiste molto
esibizionismo tra i concertisti dappertutto (infatti nel mondo del piano e del
violino questa è una realtà accettata). Le
radici di questo male sono alimentate dai concorsi che spingono i
concorrenti ad imparare musica come fosse un numero
circense. La magia della chitarra classica non risiede nel battere primati di velocità, ma in un linguaggio che la gente comune
ama e comprende in quanto rende la musica detta 'colta' disponibile ad
ogn'uno di loro. Si, quasi tutte le persone che conosco possiedono una
chitarra o conoscono qualcuno che 'ce l'ha'.....forse una vecchia
chitarra da 50 dollari, ma comunque una chitarra. Il piano e il violino
intimidano la gente comune, mentre la chitarra non lo fa a meno che non
sia tua espressa intenzione. “Gli esibizionisti” hanno reso la
strada molto ardua per i... “non tanto esibizionisti”. Questi
esibizionisti riescono ad ingannare la gente comune ma certamente non
ingannano me. Ho assistito a molti concerti in cui il pubblico si
guarda intorno per “capire” se stanno assistendo ad un buon concerto o
no. Hanno bisogno di “qualcuno” che convalidi, forse solo annuendo
leggeramente con la testa, un qualunque cenno, qualsiasi cosa, i
poveretti non hanno CAPITO NIENTE perchè in realtà hanno sentito - ma
mai veramente ascoltato... e troppo torto non hanno. Hanno staccato
dalla loro vita e sono arrivati fino alla sala di
concerto con tutto ciò che questo comporta, e hanno forse addirittura
pagato il biglietto per sentire un concertista che finisce per
maltrattarli!! Hanno aspettato, illudendosi, senza che si desse loro
il dono di ascoltare quelle melodie alquanto familiari (Recuerdos,
Giochi proibiti, Estrellita......) perché, vedi, l’interprete era
troppo bravo per indulgere in tali banalità... lui era lì per
promuovere la musica contemporanea di un mediocre qualsiasi. Nel caso tu
l'abbia dimenticato, ti ricordo che è facile nascondersi dietro pezzi
sconosciuti. Ed è certamente più facile impressionare a 200 km all’ora che
a 5!! Troppi chitarristi pensano che la gente ne ha avuto
abbastanza dei classici!! FALSO! Se il tuo modo di
pensare si è distorto fino al punto da fartelo credere è o perché stai
assistendo a troppi festival di chitarra classica, oppure perché pensi
che tutti hanno e ascoltano le registrazioni di Segovia o di
Williams. FALSO!
Il repertorio della chitarra non ha bisogno di essere allargato. Ciò di
cui ha bisogno è di veri musicisti con i piedi per terra che si impegnino in
modo importante per rendere le melodie che la gente comune ama
“eseguibili sulla chitarra”. Questa sì che è una sfida!!! A parte che è
abominevole andare sul palcoscenico con oggetti aggiuntivi (ho visto
usare pinze, giraviti, etc.) con lo scopo di far produrre alla chitarra
nuovi e strani suoni/rumori. Un’altra cosa abominevole è imporre pezzi nei concorsi o, ancor peggio, essere giudicati da
colleghi quando nel mondo del vero concertismo la nostra sopravvivenza
dipenderà dal pubblico e non dai giudici!!...
... E vogliamo parlare dell'imposizione del limite d’età dei concorsi? e poi dicono che si
cerca di dare importanza all'integrazione!! Ciò
dimostra ulteriormente la poca fiducia che gli organizzatori di queste
mostruosità ha nel pubblico, il quale, non dimentichiamolo, è il fulcro
che
permette l’evento. Signori giudici, non contribuite a scrivere
un altro capitolo scuro nella storia della chitarra!
Tutte le risposte alle domande sopra convergono in una grande verità: il
nostro ego desidera essere alimentato. Quando le tue ragioni
cominceranno a diventare queste: 'tutto ciò che ho provato non mi rende
felice nè mi consente di fronteggiare i miei obblighi e necessità
come vorrei' (generalmente queste due situazioni convergono),
oppure: 'ci sono pochi chitarristi classici nella mia città', oppure
'vorrei
ricordare al mio prossimo che il corpo e il cervello umano possono
perseverare silenziosamente per centinaia di ore nel conseguimento della
perfezione e che la musica porta felicità all’anima'... quando le tue
ragioni cominceranno a essere queste almeno sarai stato
onesto
riguardo la cosa, o, se non altro, avrai un’idea chiara sul mondo del
concertismo.
Finalmente, tutti i musicisti dovranno imparare a coesistere con queste
sensazioni e, prima o poi, si porranno la grande domanda: “Ma chi
me lo fa fare?” Domanda che
ci perseguiterà sempre nelle ore o giorni che precedono un concerto.
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